Ho trascorso 2 mesi e mezzo in Sri Lanka. Un’esperienza di stage universitario che, grazie a “Incontro fra i popoli”, mi ha permesso di esplorare questo meraviglioso Paese, conoscere la genuinità del suo popolo e perché no, riflettere sulla mia persona ritrovando una dimensione lontana da quella caotica e frenetica della vita in Italia.
Da ottobre a dicembre ho viaggiato in lungo e in largo: la natura varia dalle spiagge incontaminate di Trincomalee a quelle affollate di surfisti di Arugam Bay, dalle piantagioni di tè tra le montagne di Kandy alle pianure verdeggianti e punteggiate di pagode di Anuradhapura.
Scoprire un Paese da solo e zaino in spalla, ti obbliga a confrontarti ogni giorno con la popolazione locale. Impari che la contrattazione dei prezzi è alla base di ogni scambio, che suonare il clacson all’impazzata per strada è un modo per avvertire la gente e non rimproverarla, che mangiare la cena con le mani non è cosa semplice, ma molto pratica. Impari che la religione da queste parti non si traduce con esclusione ma con accettazione; la commistione e la tolleranza tra le diverse religioni nel Paese è qualcosa di affascinante e dai cui, credo, abbiamo molto da imparare.
Lo scopo del mio stage e della mia tesi di laurea era di comprendere la situazione odierna nelle aree del nord-est dello Sri Lanka a seguito del terribile conflitto civile tra maggioranza Cingalese e minoranza Tamil che ha insanguinato per ventisei anni il Paese. Una guerra che è terminata nel 2009 e che ha visto la sconfitta dell’LTTE, un movimento separatista supportato dalla minoranza Tamil.
Aiutato da una ONG locale, ho svolto un’attività di ricerca attraverso interviste a politici, giornalisti, capi-villaggio e intere comunità di persone di varie etnie e religioni. Sono così riuscito a comprendere le ragioni storiche del conflitto, a raccogliere importanti testimonianze degli anni della guerra e a capire le problematiche del percorso di riconciliazione tra le due etnie a seguito della fine del conflitto.
Altro scopo del mio soggiorno era di seguire il lavoro di una ONG di Trincomalee, lo S.D.R.O. (Social Development and Research Organization) situata in un’area (quella a nord-est) tra le maggiormente colpite dalla guerra prima e dallo tsunami del 2004 poi. Questa opportunità mi dava anche l’occasione di contribuire ad aiutare Incontro fra i Popoli nella sua ricerca di nuovi partner affidabili.
Condividere il lavoro e capire le priorità nell’operato di una Onlus locale è un ottimo metodo per comprendere i bisogni della popolazione e permette di poter agire nel rispetto delle persone e della cultura del Paese. L’associazione SDRO ha come obiettivo primario la promozione di diritti civili e politici, soprattutto nei confronti di donne, bambini e soggetti emarginati. Una tematica molto importante specialmente in un contesto post-conflitto dove ampie porzioni di popolazione sono ancora alla ricerca di diritti negati.
Sono lieto che la gentilezza con cui mi hanno accolto sia stata riconosciuta dalla volontà di IfP di proseguire il rapporto con questa organizzazione.