L’Africa? La prima cosa a cui pensavo prima di partire era la povertà. In realtà, si è rivelata ricca, veramente ricca di colori, di speranza e di relazioni sincere e spontanee.

Partito per mettermi alla prova e per cercare spunti di riflessioni che in Italia non sarei riuscito a trovare. Alla fine è stato un po’ il mio giovane egoismo a spingermi fin qui. Per quanto io possa dare e aiutare alla fine quello che ci guadagna a livello emozionale sono io.

Fare il fisioterapista mi dà la possibilità di raggiungere l’intimità della persona corporea, ma soprattutto dell’anima. Dare benessere ad un corpo dolorante a causa della malattia mi appaga tantissimo e la felicità che porto nel cuore diventa contagiosa.

Una lingua nuova, una cultura sconosciuta e beh… sembra banale, ma il colore della pelle ha un peso non indifferente. Qui è veramente difficile passare inosservati!

Sto cercando, sforzandomi, di memorizzare qualsiasi momento vissuto qui, con questa gente, anche i più difficili che non sono mancati. I disagi, le situazioni forti che vivo a livello professionale e non, le storie e le facce delle persone, la semplicità, la ricca genuinità della gente, la pioggia incessante del pomeriggio, le privazioni, il senso di libertà.

Difficile trascrivere delle emozioni su un foglio. Appena lo toccano perdono la loro profondità.