Leopoldo Rebellato

 

A.E.J.T. = Associazione di Bambini e Giovani Lavoratori.

Dove l’economia è povera e l’intelligenza è alta …

svegliarsi alla vita e trovarsi bambino o bambina di strada …

meglio unirsi a chi ha anche solo qualche anno in più

per darsi un mestiere che dia almeno da mangiare,

che poi essere uniti significa essere aiutati in caso di malattia

e difesi in caso di sopruso.

A Uvira nel Congo RD, l’AEJT esiste dal 2008, annovera 12 gruppi per un totale di 210 soci.

Ogni volta che passo per Uvira vengo fagocitato dai ragazzi dell’AEJT.

E restano molto dispiaciuti se non trovo tempo a visitare tutti i gruppi.

Mi fanno passare giornate indimenticabili

per la loro freschezza di vita, entusiasmo, spontaneità e soprattutto creatività e grinta …

Questa volta, febbraio 2016, ho potuto visitarne proprio pochi. Peccato!

 

I giovani contadini

Il primo gruppo, una ventina di soci, si è dato come mestiere la coltivazione dei campi. Ognuno coltiva un campo, preso in affitto dalle terre della Chiesa. Se si ammala, gli altri proseguono i lavori necessari, dal punto in cui si è arrivati. Sei i ladri di notte rubano … proprio le tue belle patate ormai pronte, la cassa del gruppo sopperisce. Perché ogni socio mensilmente versa 500 FC (mezzo euro).

Fra loro c’è anche una ragazza.

Il discorso del giovane che si sono dati come presidente era intenso e chiaro e, pur non avendo alcun titolo di studio, il suo francese era fluente. Concluse con la presentazione delle difficoltà che il gruppo aveva, ma cui non può far fronte: “Siamo in tanti, siamo tutti figli di famiglie molto povere; capita che abbiamo una sola zappa in famiglia e che la contendiamo con la mamma. Ma a noi manca anche sapere quali sono i nostri diritti. Ci sono dei libri che parlano di questo, ma noi non li conosciamo e non li abbiamo. Perché nei mercati e in genere nella società siamo trattati male? E poi vorremmo sapere anche i diritti delle ragazze, che sono ancora più maltrattate dei maschi.”

 

I giovani falegnami

Il gruppo dei falegnami mi regalò subito un bel bastone con scolpito il nome del loro gruppo. I loro utensili: sega, pialla ed accessori vari. Il loro locale (affitto 40 dollari al mese): un hangar con pareti di stuoia e tetto in nylon.

“Avevamo il problema che venivano a chiederci tasse e tasse e tasse.”

Prende la parola Florentin, il venticinquenne presidente generale dell’AEJT: “Sono andato dall’autorità suprema della città e ho detto che anche questo gruppo fa parte dell’AEJT, l’associazione che difende i diritti dei minori. Da allora nessuno più è venuto ad intimidirci”.

“ E no, così non va bene”, intervenne la signora Aimèe, esperta animatrice che era assieme a me. “Tutti dobbiamo pagare le tasse. Ma dobbiamo conoscere quali tasse la nostra giurisdizione nazionale riserva per gruppi di mutuo aiuto come il vostro”.

I ragazzi discutono e concludono: in una parete dell’hangar sarà affisso un grande cartellone e su di esso saranno elencate le leggi che impongono le tasse da pagare, nonché le leggi che esonerano il gruppo da certe imposte. Ed ad ogni personaggio che viene ancora a chiedere giustamente o abusivamente delle tasse, gli si farà leggere il cartellone.

 

I giovani fabbricanti di bracieri

Bello ritrovarli. Due anni fa mi hanno regalato un braciere. “ Ora produciamo un modello più ecologico con una base di argilla. Si risparmia legna e si tagliano meno alberi”.

 “Ci sono anche ragazze che vogliono entrare nel nostro gruppo, ma questo è lavoro da uomini “.

Segue vivace dibattito, concluso dal loro presidente: “Va bene, accettiamo anche le ragazze. Saranno incaricate di vendere i nostri bracieri nei mercati. Loro ci sanno fare meglio di noi.… Comunque fra noi ci sono anche studenti universitari. Non arrivano a pagarsi le tasse scolastiche e i libri. Cosa si può fare?

 

Il Consiglio di Amministrazione

Ultimo giorno del mio viaggio, ultimo piccolo tempo a disposizione. Chi se lo prende? Il CdA dell’AEJT!

 “Papà Leopoldo – conclude l’incontro il presidente Florentin, il più piccolo in statura, il più alto in personalità; un figlio per me – ogni gruppo paga un affitto mensile per il suo luogo di lavoro. Se avessimo un terreno tutto nostro dove costruire un centro che sia luogo di lavoro per tutti noi, nonché luogo di formazione per i più piccoli che bussano alle porte dei nostri gruppi per salvarsi dalla strada …; se avessimo anche una sala da 500 posti da affittare per matrimoni, conferenze e feste, visto che la città è grande e non c’è n’è nessuna, e così avere delle entrate per mantenere la nostra associazione. Se tu potessi aiutarci”.

Il rappresentante del gruppo sarti mi offre una bella camicia colorata. I fabbricanti di bracieri me ne presentano uno. Mi permetto di rifiutare (cosa grave in Africa): “Ragazzi scusate, ma come posso portare in aereo un coso così … di tre chili …”. “Va bene, – dice Florentin – lo metteremo nella nostra sede che per ora è dalle suore, ma che un giorno … ne avremo una tutta nostra”. Infine gli ‘zambulisti’ (micro botteghe portatili) mi offrono una bottiglia di acqua: “ Nel tuo lungo viaggio aereo potrai avere sete”.