Ho conosciuto Reekha Subedi, donna di 31 anni.
Diciassette anni fa, all’età di quattordici anni ha sposato suo marito, che all’epoca ne aveva venti. E’ stato quello che viene detto un “matrimonio combinato”, cioè i genitori dei due ragazzi si erano accordati per la loro unione. Ebbero due figli, Sunil che ora ha quattordici anni e Saraj di dodici anni.
Da sposata lavorava in casa e seguiva il marito nel lavoro sui campi. Ma otto anni fa la sua vita ha subito dei forti traumi e molte cose sono cambiate. Con gli occhi lucidi comincia a raccontare la sua storia.
Suo marito è stato ucciso con un colpo di pistola alla tempia a due chilometri di distanza dalla loro casa dai maoisti e a tutt’oggi non se ne conosce il motivo.
Reekha, vedova, si ritrovò in una situazione terribile, in una condizione economica insostenibile, obbligata a vestirsi di bianco (lutto) e a non mangiare più uova, carne e pesce per tutto l’anno, come, tradizionalmente, succede sempre qui per ogni donna diventata vedova.
Nello stesso anno il figlio più piccolo, Saraj, ebbe un infortunio: in un incrocio di Kathmandu l’autobus che lo trasportava fece un incidente, lo sbalzò fuori e lui si ruppe una gamba.
Con tutte queste traversie, Reekha finì in ospedale.
Poi riprese la sua vita andando a lavorare come domestica nelle case di altre persone e proprio una delle persone per cui lavorava, Nagarag Awaaj, le nominò la “Women for Human Rights” (associazione di aiuto delle vedove e partner di IFP).
Reekha si rivolse alla WHR ed ottenne una somma di denaro per fare operare il figlio più piccolo alla gamba. L’operazione finì male: il figlio a tutt’ora non riesce a camminare e a restare in piedi da solo, usa sempre delle stampelle e necessita dell’aiuto di altre persone per tutto.
Saraj ha un permesso speciale da parte dei suoi professori per poter restare a casa da scuola e studiare autonomamente finché non si sarà risistemato. Fortunatamente è un ragazzo molto intelligente e perciò è riuscito a superare l’esame della quinta classe senza problemi ed ora sta, per così dire, frequentando la sesta.
Ora, grazie alla WHR, si pensa ad un nuovo intervento chirurgico.
La vita di Reekha è a tutt’oggi molto complessa, i problemi economici ci sono ancora, però riesce a mandare Sunil (il figlio più grande) a scuola a Pokhara e a mantenere gli studi di Saraj, perché una parte dei costi è sostenuta dalla WHR.

Stefania Nardin1